Perché è importante non utilizzare più la plastica

Bottiglie di plastica in acqua che si decompongono in mare sono la causa delle microplastiche.

Rifletto spesso sul fatto che non siano solo i grandi della Terra a doversi occupare della sua salvaguardia, tutelandone l’ambiente e l’atmosfera. Ciascuno di noi, infatti, è responsabile di ciò che personalmente può e vuole fare, ponendo l’attenzione e il rispetto verso l’eco-sostenibilità ambientale. I nostri piccoli gesti quotidiani per ridurre sempre più drasticamente l’uso e, ancor di più, la dispersione delle materie plastiche, aiutano senza dubbio il pianeta ad affrontarne e a combattere l’inquinamento.

Per comprendere meglio la dimensione del problema, vi voglio proporre una serie di informazioni legate proprio agli effetti disastrosi causati dal consumo sconsiderato della plastica, dal suo mancato riutilizzo e, soprattutto, dall’abbandono irresponsabile in quella che, purtroppo, spesso dimentichiamo essere “la casa di tutti”.

Alcuni numeri sulla plastica

Un milione di bottiglie al giorno è l’impressionante numero del consumo nel mondo di questo prodotto in plastica, considerato ancor più pesante se si pensa che quasi la totalità viene usata una volta soltanto, e poi gettata via. L’inquinamento da materie plastiche è talmente onnipresente da essere utilizzato come indicatore geologico da studiosi di tutto il mondo, al punto che, fortunatamente, molti legislatori stanno cercando di correre ai ripari. L’Unione Europea, per esempio, ha approvato nuove norme per limitare la diffusione dei più comuni oggetti in plastica monouso entro il 2021.

Non facciamoci trovare impreparati, abituiamoci fin da subito alla nostra borraccia alternativa, sana, bella ed ecologica!

208 litri di acqua in bottiglia l’anno per persona

questo è il consumo medio di un italiano, proviamo ad immaginare quante bottiglie di plastica vengono sprecate ogni anno.
Fonte: Beverage Marketing Corporation 2016

Quali sono i danni all’ambiente causati dalla plastica?

Come ormai tutti sappiamo, l’uso indiscriminato della plastica rappresenta una vera minaccia per la natura. Nel mondo, fortunatamente, anche grazie ad una massiccia campagna d’informazione mediatica, attraverso i social e non solo, esperti e studiosi stanno portando avanti una cultura sempre più approfondita sulle alternative ai prodotti di plastica di uso quotidiano. Ricordiamoci che questi ultimi, dopo il loro uso, vengono abbandonati o buttati semplicemente nell’ambiente, con grave danno all’ecosistema, rivelandosi letali per molti animali che li ingeriscono o che ne restano intrappolati.

La plastica è il materiale più inquinante presente oggi nell’ambiente perchè risulta essere il più diffuso. Ad esempio, una bottiglia di plastica impiega circa 450 anni per degradarsi completamente, inoltre durante questa fase produce anche gas serra dannosi per l’ozono.

Oltre ad inquinare la terra, la presenza della plastica arriva purtroppo anche in mare, ed in alcune zone oceaniche si sono create delle vere e proprie isole di plastica chiamate Pacific Trash Vortex. Inoltre a causa del suo deterioramento in mare, i frammenti di plastica si trasformano in microplastiche.

Cosa solo le Microplastiche che causano l’inquinamento negli oceani?

Particelle di plastica in sospensione negli oceani

Tutta questa plastica non danneggia “soltanto” l’ambiente circostante, le nostre città, i parchi, le strade. La plastica, purtroppo, arriva ovunque, anche sotto i ghiacciai delle montagne o negli abissi di mari e oceani. Specie in questi casi, i frammenti di materiale plastico che si depositano sono piccolissimi ma, data l’enorme quantità, rappresentano un danno smisurato al pianeta e, di conseguenza, a tutti noi che lo abitiamo. Tali particelle vengono denominate microplastiche, sono di regola inferiori ai 5 millimetri e, in base alla loro provenienza, vengono suddivise in due categorie, Primarie e Secondarie.

  • Le Microplastiche Primarie rappresentano all’incirca il 31% dei residui frammentari di plastica presenti negli oceani e sono prodotte, come fonte principale, dal lavaggio dei capi di abbigliamento sintetici, seguite dall’abrasione delle gomme pneumatiche durante la guida e da particelle provenienti, fra gli altri, dai prodotti per la cura del corpo
  • Le Microplastiche Secondarie, invece,sono il risultato del degrado e conseguente abbandono di oggetti in plastica di uso comune e di dimensioni più ampie, come le tanto contestate buste per la spesa o, nella fattispecie, le bottigliette di acqua minerale. Rappresentano una percentuale più alta di residui negli oceani, pari addirittura a circa l’81% della loro totalità 

Tutte le microplastiche giungono nei corsi d’acqua, nei mari e negli oceani semplicemente attraverso l’aria. Ogni agente atmosferico, come pioggia, vento, neve, contribuisce poi a questo “viaggio”, tanto che i minuscoli frammenti arrivano a depositarsi anche in zone molto lontane dalla loro origine, addirittura centinaia di chilometri.

Effetti devastanti nelle microplastiche negli abissi marini

Posto che sino al 5% di tutta la plastica prodotta e diffusa nel mondo finisce trasformata in micro particelle negli oceani, è disarmante sapere che una tale percentuale è purtroppo ancora destinata a salire. Questo il risultato di numerosi studi e stime, fra cui una ricerca dell’ONU che, nel 2017, ha quantificato in ben cinquantunomila miliardi i frammenti di microplastica nei fondali marini del pianeta. E la proporzione diventa ancor più impressionante se pensiamo che si tratta di un numero 500 volte più elevato di tutte le stelle presenti nel cielo!

Va da sé che tali particelle nocive, depositate in acqua, possono essere inghiottite dalla fauna marina, con grave danno per gli animali e con l’alto rischio che, mediante la catena alimentare, ciò che viene ingerito dai pesci possa finire sulle nostre tavole. Non a caso, infatti, molti residui di microplastiche sono state reperiti negli alimenti, nelle bevande e, di conseguenza, potrebbero essere ingeriti anche nel corpo umano.

Non siamo a conoscenza degli effetti certi sulla salute, ma, considerando soprattutto che le materie plastiche possono contenere anche sostanze chimiche o additive come agenti stabilizzatori o ignifughi, non è difficile pensare ai pericoli che animali ed umani incorrerebbero ingerendoli.

Cosa fare per ridurre la plastica?

Non mi stancherò mai di sottolineare dunque l’importanza del riciclo attraverso il processo della raccolta differenziata, ma, soprattutto, anche dell’impegno per cercare di contrastarne lo spreco e, di conseguenza, l’uso eccessivo, senza pensare alle diverse soluzioni. Cannucce per bibite, accendini, rasoi usa&getta e, naturalmente, le migliaia di bottigliette d’acqua minerale che ogni giorno vengono aperte e poi abbandonate sono solo alcuni, forse i più rappresentativi, degli oggetti di uso quotidiano di cui spesso abusiamo, magari anche inconsapevolmente, senza pensare che per ciascuno di loro esiste in commercio anche più di un’alternativa.

Vorrei sensibilizzare ciascun lettore all’abbandono della plastica, per un mondo più sano e pulito. E, ancora una volta, sottolineare l’importanza delle borracce ecologiche in materiali alternativi, garanzia di rispetto per l’ambiente e igiene e salute per tutti noi.